Prime Esperienze
Sarò la tua cagna, la tua latrina! - 1a parte
di TRAVETTA_GEISHA
07.03.2017 |
23.550 |
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"Si toglie il casco guardandosi intorno; ha i capell corti brizzolati; si passa una mano nerboruta sui capelli schiacciati dal casco..."
Il desiderio di sottomissione è sempre stata una costante delle mie fantasie sessuali, ma purtroppo spesso le fantasie si realizzano difficilmente... con molti uomini avevo provato a chiedere di essere maltrattata, annientata, completamente sottomessa, ma le promesse fatte in chat o al telefono difficilmente si realizzavano. Chissà come sarebbe finito questo ennesimo tentativo... come spesso accadeva le premesse erano buone: un bell'uomo maturo, robusto, con voglia di essere il sovrano assoluto della situazione...Ci sentiamo al telefono per fissare l'incontro: ha una voce profonda, sposato, sembra proprio una persona seria e affidabile; tutto sta se riuscirà a scattare quell'intesa che potrebbe permettere finalmente la concretizzazione del desiderio.
Mi ha detto di aspettarlo in casa in ginocchio con lo sguardo verso il pavimento...
Aspetto il suo arrivo nascosta dietro le tapparelle del secondo piano. Chissà come sarà, chissà se la descrizione corrisponderà al vero. Mi ha detto che sarebbe arrivato direttamente dal lavoro in scooter. Vedo arrivare un motorino con un colosso sopra. Ha un giubbotto colorato di una ditta di trasporti... non può che essere lui, ma... non è possibile! Sarebbe troppo bello!!! E' un marcantonio di due metri, indossa il casco e un paio di occhiali da sole. Si scorge un bel pizzo sale e pepe. Si toglie il casco guardandosi intorno; ha i capell corti brizzolati; si passa una mano nerboruta sui capelli schiacciati dal casco. Chiude lo scooter... Fermati cuore o esplodi... caspita che toro!!! Sarà lui? Attraversa la strada verso il mio numero civico. Gli avevo detto quale campanello suonare... il campanello suona. E' lui!!!! Muoio.... Apro la porta senza chiedere chi è, mi sistemo la lingerie da troia che indosso, spengo la luce per creare la giusta penombra e mi piazzo davanti alla porta di casa in ginocchio con le braccia stese in avanti in pieno segno di adorazione.
Sento il rumore dei suoi passi possenti per le scale e da quella posizione, con la testa sul pavimento, capto le vibrazioni che il suo corpo massiccio, salendo, imprime a tutto il vano scale. Eccolo, mancano pochi gradini, oh mamma che paura, che ansia, che panico e che eccitazione. Entra. Chiude la porta silenziosamente. Osserva la scena: la cagna, come promesso, è prona ai suoi piedi. Si avvicina: ho i suoi piedi a 10 centimetri dal viso e di istinto gli bacio le scarpe dicendogli "Grazie di essere venuto...". Non l'ho ancora visto in volto. Resto giù in attesa di suoi ordini e istruzioni. Mi dice "Ciao Latrina!" e da quel momento avrei dovuto capire che mai appellativo sarebbe stato più appropriato. "Dove andiamo?". "Di là, in salotto...". "Bene fammi strada e cammina a quattro zampe!" Resto con lo sguardo sul pavimento. Sono eccitata ma ho anche paura, ma pur senza vederlo negli occhi, la sua voce dà la sensazione di essere molto autorevole e di non avere via di scampo, ma allo stesso tempo è rassicurante.
Cammino gattoni verso il salotto, percorrendo quei tre metri di distanza e appena fatto i primi movimenti mi arriva un gran calcio nel culo che mi fa fare il metro che mancava. "Muoviti zoccola!". Sento che si tira giù la zip del giubbotto e comincia a spogliarsi. Faccio appena il cenno di alzare lo sguardo. Non faccio in tempo a vedere la sua bella mano sinistra grossa e ruvida che percepisco un movimento rapido: è la sua destra che si stampa sulla mia guancia; "non ti ho detto di guardare, puttana!".
Abbasso lo sguardo chiedendo scusa. La guancia frizza un po', ma in basso il mio uccello nel perizoma si è mosso. Lo schiaffo mi ha fatto eccitare come una cagna. Sento di appartenere a quel maschio che si sta spogliando, sento il suo odore intenso di uomo, vedo solo i suoi piedi mentre si toglie le scarpe e finisce di denudarsi.
"Guardami cagna!" alzo lo sguardo.... è uno spettacolo della natura. Ha un fisico possente appesantito dall'età che lo rende sensualissimo. Due polpacci grossi e due cosce massicce, ha il corpo ricoperto da una folta peluria riccioluta che si fa più lunga sui pettorali possenti. Ha la pancia del 55enne, ma soda come un tavolo di massello. Tra le gambe ha un bel cazzo largo che è già una nerchia dura che mi punta diritto ed è circondato da peli setolosi chiarissimi. Alzo ancora lo sguardo e lo guardo negli occhi... a metà tra il beffardo e lo sprezzante mi chiede "Sai i vecchi contadini come facevano per far capire ai cani chi era il padrone, puttana?" rispondo di no, lui si abassa con la testa, piegando la schiena, mi prende la nuca con la sua mano; la sento forte, decisa, "Apri la bocca cagna e stai immobile!" mi ordina severo. Spalanco la botta e intuisco un inevitabile movimento della sua gola... si riempie la bocca e mi indirizza uno sputo direttamente in gola: "Ecco come facevano, lurida cagna!".
Il mio destino è segnato: sono la sua cagna, la sua latrina!.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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